giovedì 4 aprile 2013

Tecniche di rilassamento: Mavaffanculo!!!!




La mancanza di felicità è il frutto dello scontro tra le nostre pulsioni naturali (tipo mandare a fanculo tutti) e le esigenze della civiltà (tipo sorridi e fai l'ipocrita altrimenti so' cazzi). Ci sono diverse tecniche per avvicinarsi alla felicità. Una di queste è l'azione pura. Dice lo Zen: “Così come il pesce nuota nell'acqua senza curarsi dell'acqua, quando è tempo di vestirti, indossa i tuoi abiti e quando devi sederti, siediti e basta!”. Godere del piacere di fare le cose mentre si fanno. Diventare testimoni di se stessi. Non ti piace il lavoro? Bene, osserva te stesso mentre lavori, ma non lamentarti e non dire che vuoi cambiare. Il puro osservatore che è in te prenderà il sopravvento e la tua coscienza scoprirà un luogo interiore energico e silenzioso. Vabbe', mi sono detta. Proviamoci.
Mi chiama il caposervizio. Dice: «Scuola vandalizzata. Ci serve un video per il sito. Pensaci tu».
Sì, perché forse non vi ho detto che oltre a scrivere pezzi, giro e monto i servizi video per il sito web del quotidiano. In pratica, è tutto incluso nel pacchetto “sfruttamento di base”.
«Chi c'è sul posto?», chiedo.
«Ho mandato Licia. Comportati bene con lei».
Licia. In redazione dicono che è perfetta per fare le telepromozioni di carta igienica. Si fa trovare davanti l'ingresso della scuola.
«Di cosa devo parlare?», cinguetta, quando mi vede.
Sorrido. «Di quello che è successo».
Osserva te stessa, mi dico. Osserva te stessa e non badare a questa deficiente.
Licia intanto continua a parlare. «Senti, io al primo piano non ci salgo. Ci sono le polveri ed è pericoloso».
Traduzione: tutto distrutto, il che significa sbriciolamento dei materiali e dunque polveri nocive alla salute. Va bene. Non è un problema. Al primo piano ci vado io. Faccio le riprese e poi torno giù. Iniziamo a girare. Suggerisco a Licia di descrivere quello che vede.
«D'accordo. Posso cominciare?»
«Sì, vai!»
«Allora, la scuola è divelta, i cancelli sono divelti, gli armadietti sono divelti, le pareti sono divelte, i cartelloni sono divelti, i banchi sono divelti...»
E pure i miei coglioni, vorrei aggiungere.
Poi Licia si blocca: «Non è che conosci un sinonimo di divelto?»
Ecco le mie farneticazioni deliranti. Ma come faccio ad essere spettatrice di me stessa quando ho una deficiente davanti? Fanculo. Fanculo a Licia e al mio caposervizio. Fanculo al quotidiano per il quale lavoro, uno dei più importanti. A volte, vorrei dire ai lettori: “Ehi, guardate che vi prendono in giro. Lo fanno tutti i giorni, e voi ci cascate. Sempre”. Ma tanto non servirebbe a niente. Alla gente piace essere presa in giro. E allora fanculo pure alla gente. E fanculo allo Zen e alle tecniche di rilassamento. Ma soprattutto fanculo a te, Valentina, che non hai il coraggio di ribellarti.

Nessun commento:

Posta un commento