domenica 21 aprile 2013

Si può essere sinceri almeno con se stessi?


Dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità. Stavo pensando che noi italiani non siamo stati progettati per questo. No. Noi italiani siamo un mix geniale di ipocrisia e buonismo. Fingersi buoni, seguire il gregge, crogiolarsi nel politicamente corretto e usare solo parole che possano strappare consensi e applausi. Ecco la nostra arte. Perché ciò che conta è essere accettati. Da chiunque. Dalla massa. Dalla società. Dal vicino. Dal fruttivendolo. Dal benzinaio. Perché così è più facile. E si ottengono un mucchio di cose. Ovviamente per me non è facile per niente vivere in una società dominata dall'ipocrisia. Ammetto che anch'io ho provato a recitare, ma non ho ottenuto alcun consenso. Semmai tanta angoscia e colon irritabile.

L'ipocrisia regna dovunque e cammina a braccetto con la stupidità grottesca dell'essere umano.
Settimana scorsa mi è capitato un episodio interessante riguardo la stupidità. Stavo camminando per strada e mi sono imbattuta in una folla variopinta di donne ferme davanti a Kiko, negozio di cosmetici. Incuriosita, mi sono avvicinata ad una ragazza e le ho chiesto informazioni.
«Siamo qui perché regalano uno smalto!».
«Uno smalto?!»
«Sì, devi andare nella pagina facebook, dare il consenso all'applicazione di accedere al tuo profilo, cliccare su "mi piace" e poi su "partecipa ora". Poi devi rispondere ad alcune domande, scrivere nome, cognome e data di nascita, stampare il coupon e presentarlo in uno dei negozi!»
«Tutto questo per uno smalto?», ho esclamato.
«Sì, è un'iniziativa stupenda!», ha risposto la ragazza, felice.
Ecco, se riuscissimo a mettere questo entusiasmo anche in altre cose, tipo rivendicare i nostri diritti e bla, bla, bla... ma no, per carità. Poi mi accusano di essere noiosa, quindi mi fermo qui. Tenetevi i vostri smalti.

Ieri pomeriggio, invece, ho parcheggiato l'auto e ho incontrato il mio vicino di casa. Anche lui ha parcheggiato la macchina e si è intrattenuto con il parcheggiatore abusivo, assumendo l'atteggiamento di un amico affettuoso.
«Come mai tutta questa gentilezza?», gli ho chiesto.
«Perché così mi guarda la macchina ed io sto più tranquillo. E poi ho il posto assicurato».
Inutile dire che lui "ufficialmente" mira al contrasto all'illegalità diffusa.

Dunque. Dire la verità. In questo momento non saprei proprio da che parte cominciare. Davvero. Forse potrei cominciare dicendo che tutti gli esseri esistenti al mondo sono genuini e sinceri perché si mostrano per quello che sono, senza artifici. Tutti, tranne l'uomo che concepisce la vita sociale come una commedia recitata. Lo spettacolo dell'umanità continua senza sosta. L'ingresso è libero. E gli stupidi stanno in prima fila. Sempre. In un contesto del genere, dire ciò che si pensa è controproducente. Qualcuno mi suggerisce che è meglio essere sinceri con se stessi piuttosto che con la società, battaglia persa sin dall'inizio. E allora mi domando: ma almeno con se stessi si può essere perfettamente sinceri e non temere tutta la verità?

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